L'antico borgo

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Rizzade di Velate · 6 tappa

Proseguendo lungo via Lanfranconi si arriva nel cuore più antico del borgo di Velate. La struttura del borgo vista dal satellite rivela l’identità del paese: non esiste un viale principale sul quale si affacciano palazzi. Il borgo è un sistema medioevale di piccole corti rurali addossate, con cortili di forma quadrata o porticati a U, tutti rivolti a mezzogiorno e chiusi da pesanti portoni, un tempo connessi da un sottile reticolo di rizzade ormai quasi scomparse.

I nuclei familiari dei contadini, un tempo molto numerosi, condividevano solidalmente l’utilizzo di boschi di castagni e di pascoli posti al limitare dell’abitato, mantenendo riservatezza e autonomia all’interno della propria corte. Le risorse principali del territorio, vigne, pascoli, legnatico, aree di caccia (si cacciavano orsi, camosci e rapaci) erano controllate da alcune famiglie facoltose, tra cui i Bianchi, funzionari del Sacro Romano Impero. Alcuni studiosi ipotizzano che l’origine del nome Velate derivi da “vellatum” (nascosto) o dalla vela che compare nello stemma dei Bianchi. Sulla nostra sinistra, oltre un importante cancello con colonne, un complesso di edifici contadini conserva nonostante la ristrutturazione chiare tracce del passato: si tratta delle “Case Gotiche di Velate”, risalenti al Trecento, costituite da due corpi principali con preziosi porticati dai particolari archi gotici, affacciati su una corte delimitata da una casa-torre con colombaia. Altri edifici sono stati nel tempo annessi per ospitare nuovi abitanti.

La colombaia rappresentava una modesta ricchezza per i contadini che si trovavano a fare i conti con lo scarno bilancio familiare: in caso di carestie, dovute alle frequenti guerre e pestilenze, si poteva accedere nel sottotetto della torre, dove erano poste le minuscole aperture frequentate dai volatili per i loro nidi, e catturare un piccolo bottino di uova e pulli selvatici. A quei tempi il piccolo paese, fiorente grazie alla via privilegiata di accesso al Monte, si era espanso a tal punto da reclamare lo status di Comune indipendente.


Costeggiamo sulla nostra destra la cinquecentesca villa Bianchi Piatti Clerici con affaccio sulla piazza con la Chiesa di Santo Stefano. Il nome della Villa è legato alla famosa vicenda di Guido Bianchi da Velate, vissuto alla fine dell’anno 1000. Già cappellano dell’Imperatore Enrico III, Guido fu nominato arcivescovo di Milano attraverso una elezione contestatissima; si trovò forse dalla parte sbagliata della Storia, quando dovette fronteggiare le accuse di Arialdo, che protestava contro la corruzione della Chiesa. I violentissimi scontri tra la fazione di Arialdo, i pàtari, e Guido strenuo difensore episcopale milanese, portarono alla brutale uccisione di Arialdo ad Angera. Guido fu poi esiliato mentre Arialdo, protagonista di alcuni episodi miracolosi, venne proclamato santo.



Testi di Carla Tocchetti
Per approfondimenti: Velate, Storia e segni del tempo, Centro Culturale Velate, Nicolini, Gavirate, 1990
Si ringraziano: Giuliano Tognella, Fausto Bonoldi de La Varese Nascosta.


David Michale Episode 13
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