Via case nuove

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Rizzade di Velate · 5 tappa

Una piccola camminata lungo la Via alla Torre ci conduce, oltrepassando il piccolo cimiterino che guarda verso Sacro Monte, alla Via Case Nuove. Ci troviamo lungo il pendio che anticamente erano vigne e orti di Velate. La realtà contadina negli anni ha lasciato posto alla moderna urbanizzazione, con eleganti villini privati immersi nella vegetazione. Tuttavia, alcune vestigia del passato attirano la nostra attenzione. Anche i muri e le pietre, proprio come le rizzade, sopravvissuti alla stratificazione imposta dalle varie epoche, sono preziosi indicatori di una storia che spesso ha visto sovrapposti e cancellati gli insediamenti precedenti.

Proseguendo sulla Via Case Nuove notiamo un interessante complesso di case rurali, in parte allo stato rustico, poste su una piccola curva in discesa. Sotto un portico che conduce al cortile comune, compreso da due archi in pietra, troviamo antichi segni di una rizzada consumata dai carri. Scendiamo incrociando via Romeo Lanfranconi. Questa strada non è la via diretta per arrivare in piazza, ma è una diramazione storicamente importante della direttrice Varese-Verbano. Vi è una corrispondenza verso sud a Casciago, dove un’altra via Lanfranconi collega la direttrice con Torre Rampegana e le sue rizzade ancora ben conservate. Nei secoli era probabilmente questo l’itinerario di viandanti, commercianti, e pellegrini che salivano dal Lago di Varese al Monte San Francesco, per visitare il sito dove nel 1200 sorgeva un “Conventino” di francescani, oppure per proseguire verso il Monte di Velate (ora Sacro Monte) luogo scelto da Beata Caterina e Beata Giuliana per fondare un monastero alla fine del 1400.

L’intitolazione della via a Romeo Lanfranconi, richiama l’antico cognome dei Lanfranchi, dalla denominazione germanica di “proprietario terriero”, presenti fin dal 1200 nella zona lombarda dei laghi.


Proprio da una famiglia originaria di Pellio Intelvi nacque Romeo Lanfranconi nel 1847. Insieme al Padre Giovanni Battista e ai fratelli minori Enea Grazioso e Luigi, si trasferì poco più che ventenne nei pressi di Bratislava. Là i Lanfranconi, grazie alla passione per l’ingegneria e l’idraulica, impiantarono una geniale attività di progettazione idrogeologica per il controllo delle alluvioni lungo le rive del Danubio, avviando l’estrazione di materiali lapidei da una cava e ideando macchinari per l’edilizia diffusi con successo nel mondo. I Lanfranconi divennero celebrati e ricchissimi: nel grandioso palazzo di famiglia costruito dal capostipite sulla riva del Danubio, oggi ha sede il Ministero dell’Ambiente del Governo Slovacco. Ai Lanfranconi è stato intitolato il primo ponte di cemento costruito sul Danubio, e un convitto universitario tuttora attivo. Romeo lasciò presto Bratislava per tornare in Italia, a Casciago dove prese residenza e moglie. Divenne sindaco di Luvinate prendendo a cuore le cause dei più sfortunati. Fondò la Società di Mutuo Soccorso e la Fondazione Molina. All’Ospedale di Circolo il cavalier Romeo dal 1906 è ricordato nella quadreria dei grandi donatori per il corposo lascito per i poveri di Velate Varesino. Le sue spoglie riposano nella tomba monumentale del cimitero velatese.



Testi di Carla Tocchetti
Per approfondimenti: Velate, Storia e segni del tempo, Centro Culturale Velate, Nicolini, Gavirate, 1990
Si ringraziano: Giuliano Tognella, Fausto Bonoldi de La Varese Nascosta.


David Michale Episode 13
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