Prendiamo la salita Lambertoni: la rizzada ci accompagna ad una bellissima radura nel verde, circondata da una antica balaustra in pietra e grossi cipressi. Il luogo da secoli offre un momento di pace e ai camminatori, tradizione questa confermata, sulla sinistra del portale della chiesa, da un affresco ormai quasi illeggibile con l’immagine di San Cristoforo, patrono dei viaggiatori.
La salita che abbiamo percorso è dedicata a Padre Adelio Lambertoni, una celebre figura molto amata dai velatesi. Nativo di Velate, sacerdote formatosi al Seminario di Venegono, nel 1976 a ventisei anni Padre Adelio fu inviato come missionario del PIME a Hong Kong. Per oltre 30 anni Padre Adelio dedicò la sua attività di evangelizzazione ai più vulnerabili, al popolo delle barche, ai baraccati e ai rifugiati. Una vita avventurosa, vissuta in parallelo ai grandi cambiamenti sociali di quella zona, che Padre Adelio affrontò anche civilmente come leader di battaglie politiche per i diritti dei più maltrattati. Dotato di profonda fede e un carattere generoso e leale, Padre Adelio prima di andarsene prematuramente a causa di una grave malattia, accolse numerosi figli adottivi accompagnandoli in un cammino di crescita umana e professionale.
Uno sguardo al complesso architettonico della chiesa di San Cassiano, con vari corpi costruiti successivamente a ridosso dell’edificio originale, ci parla di un segno evidente delle stratificazioni che si sono succedute e delle ristrutturazioni avvenuti per decreti vescovili. Alcune testimonianze indicano che qui un luogo di sepoltura era presente fin dal 465 dC. Del resto il santo a cui è intitolata la Chiesa, il martire Cassiano (insieme a Sant’Ippolito) era celebrato nel milanese fin dal V secolo. Il campanile, in stile romanico è del X secolo, è stato più volte rimaneggiato a causa dei crolli dovuti alla pendenza del terreno. Al suo interno si trovava la campana in bronzo più antica dell’attuale comune di Varese, risalente al 1510 grazie a una iscrizione in caratteri gotici.
La Chiesa di San Cassiano è aperta saltuariamente per funzioni, concerti o matrimoni, oltre che per la patronale nel giorno della Domenica in Albis (la prima dopo Pasqua).
All’interno, sull’altare principale, è custodita una statua lignea della Madonna con Bambino che regge una melagrana fra le mani, che la leggenda vuole proveniente dal
trecentesco monastero di San Francesco in Pertica che si trova sul Monte alle spalle del borgo di Velate. In realtà la bellissima statua è tardocinquecentesca e presenta molte
analogie con le statue del Santuario di Santa Maria del Monte. Due preziosi componenti della Chiesa sono stati trasferiti per ragioni di sicurezza nella Parrocchiale di Velate:
la splendida acquasantiera scolpita da un unico blocco di pietra, con lo stemma della famiglia Bianchi da Velate e la data 1470,
e alcuni affreschi strappati, ancora ben conservati, tra cui una splendida Madonna in trono con bambino.
Testi di Carla Tocchetti
Per approfondimenti: Velate, Storia e segni del tempo, Centro Culturale Velate, Nicolini, Gavirate, 1990
Si ringraziano: Giuliano Tognella, Fausto Bonoldi de La Varese Nascosta.