Ci dà il benvenuto, nel nostro itinerario verso il borgo di Velate, la via San Cassiano con la sua rizzada. La riconosciamo subito per la marcata differenza dei suoi ciottoli chiari, che contrastano con l’asfalto grigio scuro della Via Astico. Questa rizzada è stata ricostruita a mano come l’originale in tempi recenti, grazie all’attenzione di alcuni residenti che hanno voluto ripristinare l’antica pavimentazione, anziché restaurare l’asfaltatura del Novecento, ormai consumata dal tempo e dal passaggio delle automobili.
La differenza di selciato rivela un cambio di passo importante anche dal punto di vista urbanistico e storico. Quasi parallela alla via Astico scorre la Strada Statale 394, l’antica direttrice Varese-Verbano - oggi zona industriale e commerciale. Quella direttrice, che segnava il transito Est-Ovest, dalla “plaga varesina” al lago Maggiore, e da qui alle strade che portavano a Nord, dopo la fine dell’impero romano era stata la preferita dei Longobardi. Abituate a imporsi militarmente, le popolazioni barbare scendevano a Sud alla conquista di nuove terre dal clima mite e dal suolo fertile. Di questo territorio, compreso tra dolci pendii collinari, posto ai piedi del massiccio del Campo dei Fiori, apprezzarono subito anche la conformazione utile alla difesa dei propri villaggi. Scelsero infatti il Monte San Francesco per le sepolture dei propri guerrieri. In epoca longobarda il borgo di Varese ancora non esisteva: per lungo tempo la sua piana fu utilizzata per installare mercati di bestiame e cereali e ospitare guarnigioni militari. Velate invece esisteva già, come vedremo, fin dall’epoca romana.
Lungo le rizzade velatesi restano tracce di torri antiche. E lungo il piccolo rilievo verso sud per noi che guardiamo, ce n’è un’altra in territorio casciaghese, documentata dal XIV secolo. Quella singolare architettura fortificata, la Torre Rampegana, prende il nome da una antica selva lungo il rilievo attraversato dalla Via Lanfranconi casciaghese che troverà una ideale continuazione più a nord nella Via Lanfranconi velatese.
Affievolitosi alle nostre spalle il rumore del traffico nella via Astico, ci inoltriamo in direzione nord in via San Cassiano. Il nostro passo registra una leggera pendenza,
e ci dà il tempo di osservare alcuni piccoli segni della tradizione contadina del luogo, come un recinto di animali da cortile alla nostra sinistra e una curiosa botte
che rende disponibili bottiglie di vino locale. Un tempo, ben prima della moderna urbanizzazione, il sistema collinare ben si prestava alla coltivazione in terrazzamenti esposti a sud,
ventilati e irrigui, particolarmente adatti a vigne, frutteti, e orti. Proseguiamo fino a incrociare
sulla sinistra un altro tratto di rizzada, nella salita Padre Adelio Lambertoni dove scorgiamo le forme romaniche di una chiesetta con un campanile vistosamente inclinato.
Testi di Carla Tocchetti
Per approfondimenti: Velate, Storia e segni del tempo, Centro Culturale Velate, Nicolini, Gavirate, 1990
Si ringraziano: Giuliano Tognella, Fausto Bonoldi de La Varese Nascosta.